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È probabile che ancora oggi, dietro l'etichetta del rapimento e dell'esecuzione di Aldo Moro, si celi una semplificazione, o meglio, una gigantesca rimozione storica: un'analisi che, continuando a focalizzare l'attenzione su un singolo, per quanto importantissimo evento, finisce per sfumare colpevolmente i contorni e i contesti, fino ad annullarli. Ecco così che i fermenti rivoluzionari covati in Italia a partire dal «biennio rosso» 1968-69 si riducono a poco più di un episodio di cronaca nera e i revisionismi proliferano insieme a ogni sorta di dietrologie. Al contrario, la storia di un'esperienza come quella di «Senza Tregua. Giornale degli operai comunisti», testimonia quanto diffusa e profonda fosse, negli scorsi decenni, la ferma volontà di guardare al futuro a partire da un cambiamento reale dello Stato di cose presente; quanto profonda si rivelasse l'analisi delle componenti più avanzate del movimento operaio e con quale determinazione si affrontasse l'idea di mettersi in gioco. A cura di Emilio Quadrelli, quest'antologia torna a dare la parola agli operai che, tra il 1975 e il 1978, abbracciarono un ruolo d'avanguardia, assumendo posizioni che nessuna teoria socialdemocratica avrebbe mai potuto essere in grado di assorbire e attestandosi su una linea che, chiamando in causa il cuore del politico, poneva immediatamente all'ordine del giorno la questione del potere.